Pirotte Emmanuelle - 2015 - Oggi siamo vivi by Pirotte Emmanuelle

autore:Pirotte Emmanuelle [Pirotte Emmanuelle]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, ebook
ISBN: 9788842929338
Google: n6S3DQAAQBAJ
editore: Editrice Nord
pubblicato: 2017-01-10T22:00:00+00:00

Renée non era in cantina. Qualcuno l’aveva vista uscire con Philibert; avevano detto di voler andare a giocare in cortile e nessuno glielo aveva impedito. Era uscita dunque, sebbene Mathias le avesse ripetuto di non farlo, per prudenza. Era arrabbiato con lei. Era la prima volta che gli disobbediva. Se fossero stati davvero a giocare in cortile, lui li avrebbe sentiti dalla cucina. Uscì e fece rapidamente un giro intorno alla cascina, guardò nelle stalle, nella stanza del forno, entrò nel fienile: non erano da nessuna parte. Tornò dentro la stalla e passò di nuovo tra le mucche; quando arrivò in fondo vide una porta che prima non aveva notato. Provò a girare la maniglia, ma niente da fare, doveva essere chiusa dall’interno. Allora fece un passo indietro e sfondò la porta con una spallata. Risuonò un nitrito. Il locale era in sostanza una seconda stalla; in fondo c’era un cavallo da tiro, e accanto al cavallo c’erano Philibert e Renée, sorridenti.

Mathias provò un misto di rabbia e di sollievo. Raggiunse la bambina con passo deciso. «Ti avevo detto di non uscire!»

Poi rivolge uno sguardo torvo a Philibert, che però non si lascia impressionare; continua a sorridere con un tale candore, una tale bontà, che Mathias non può fare altro che calmarsi.

«È vero, me lo avevi detto... Però guarda!» dice Renée indicando il cavallo.

Mathias lo guarda. È enorme, tranquillo, magnifico.

«Si chiama Salomon», spiega Philibert. «Jules lo tiene nascosto. È il suo tesoro. Vero, mio bel pacioccone? Da quando è morto il suo amico è triste.»

«Il cavallo nel cortile», precisa Renée.

Philibert conferma con un cenno, accarezzando la testa di Salomon. Renée cerca di fare altrettanto, ma è troppo bassa. Allora Mathias la prende in braccio; lei posa la mano sul muso del cavallo, accanto alle narici fumanti, lo bacia, gli sussurra qualcosa all’orecchio, lo accarezza di nuovo. Sembra smarrita in un’estasi eterna. I suoi occhi si riempiono di lacrime.

Gli altri due la osservano in silenzio, finché Mathias non interrompe quell’incanto: «È già stato montato?»

«Jules lo monta spesso, e anche Jeanne. Ma io non ci penso nemmeno.»

«Io sì, io voglio provare!» dice Renée.

Mathias rivolge uno sguardo interrogativo a Philibert.

«Mettila pure su, lui non la sentirà nemmeno.»

Mathias sistema Renée sull’immenso animale. Lei si china sull’incollatura, felicissima.

Quel cavallo era forse il colpo di fortuna che gli avrebbe permesso di raggiungere il Nord in modo molto più rapido. Naturalmente, nel caso in cui Jules avesse accettato di cedere Salomon, avrebbero dovuto fare a meno dell’aiuto di Philibert; in ogni caso il cavallo era una soluzione che tentava molto Mathias, che era un eccellente cavallerizzo. Un membro di un reparto d’élite doveva saper fare una serie di cose, per esempio lanciarsi col paracadute o anche pilotare un aereo, all’occorrenza; saper stare a cavallo era tra le più banali. Fece segno a Renée che era tempo di tornare in cantina. La bambina obbedì a malincuore.

Mathias aveva deciso: come compagno di strada era meglio Salomon. Ma c’era un ostacolo piuttosto grande: convincere Jules a lasciargli il suo «tesoro».

Tornati in cantina, Mathias cercò Jules con lo sguardo e lo trovò impegnato a discutere con sua moglie.

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